Equitazione e crescita personale, ora è chiara per noi questa opportunità, ma non è sempre stato così.
Un cambiamento che inizia 5 anni fa…
Circa 5 anni fa Pasquale, maestro, psicoterapeuta, dottore dell’anima, grande amico, mi ha accolto. In quel momento avevo 25 anni, appena concluso l’università ed una grande incertezza e inquietudine verso il futuro, non sapevo che da lì a poco un linfoma sarebbe entrato nella mia vita.
Si è presentato, senza chiedere troppo permesso, o forse, prima un paio di campanelli li aveva suonati ma, non c’era nessuno lì, pronto ad ascoltare.
Adesso però non si poteva più non sentire, il corpo e l’anima insieme volevano ad ogni costo essere visti, guardati, riconosciuti.
Così è iniziato il grande viaggio, che continua ogni giorno da allora e che non ha una meta da raggiungere bensì un fine; il coraggio di lasciare andare la paura, andare oltre le categorie mentali di bene e di male, di giusto e di sbagliato, di stare dalla parte dell’anima, per riconoscere la chiamata e l’opportunità celata dietro un grande dolore, un grande mistero e commuoversi dell’immensa gratitudine verso il dono della guarigione.
Pasquale citava spesso C.G. Jung:
“…Dopo la malattia cominciò per me un fruttuoso periodo di lavoro: molte delle mie opere principali furono scritte proprio allora. La conoscenza, o l’intuizione, che avevo avuto della fine di tutte le cose, mi diede il coraggio di intraprendere nuove formulazioni…
Ho detto sì!
Ma dalla malattia derivò anche un’altra cosa: potrei chiamarla un dir di “sì” all’esistenza; un “sì” incondizionato a ciò che è, senza proteste soggettive; l’accettazione delle condizioni dell’esistenza così come le vedo e le intendo; l’accettazione della mia stessa essenza, proprio come essa è.
Fu solo dopo la malattia che capii quanto fosse importante dir di sì al proprio destino. In tal modo forgiamo un io che non si spezza quando accadono cose incomprensibili, un io che regge, che sopporta la verità e che è capace di far fronte al mondo e al destino. Allora fare esperienza della disfatta è anche fare esperienza della vittoria.”
Ed è stato allora che sono comparsi i cavalli, nel bel mezzo delle terapie, che è arrivato il messaggio “vedere i cavalli in modo nuovo“. Quanta bellezza nell’immagine del mio maestro che con la sua pipa in mano e lo sguardo fuori dalla finestra asseriva più volte “vedere i cavalli in modo nuovo”.
Io ricordo che prendevo appunti e proprio non sapevo ancora dove ci avrebbero condotto quelle parole, da dove venisse questo suggerimento, ma da subito ha avuto il sapore di una rivelazione, qualcosa che va dritto al cuore.
Per rendere questo messaggio vivo e perché non restasse solo una favola era necessario iniziare a dargli forma ed è così che sono arrivati Alexandra e i suoi cavalli.
Il radicamento: il primo insegnamento dei cavalli
Dare sostanza ai sogni e alle idee, è un processo che parte dalle fondamenta, è necessario scendere in basso, entrare nel corpo, radicarsi, accettare ciò che c’è adesso per poter andare oltre.
Il cavallo ti chiede esattamente questo, di essere presente, di essere stabile, di esserci. Esserci prima per te e quindi per lui.
La natura in mille altri modi ci guida incessantemente a ritrovare la stabilità del radicamento se siamo in grado di sentirla, il nostro respiro è una porta privilegiata.
La cosa meravigliosa del fare questo processo insieme al cavallo è la magia della relazione con lui, il suo sostegno ed il suo immediato feedback quando finalmente sperimenti cosa significa “avere radici” e riesci ad ottenere da lui un dinamico Alt attraverso il respiro.
Non è sempre facile, spesso occorre attraversare un dolore, fa paura, ci vuole coraggio ma allo stesso tempo è semplice, naturale ed efficace;
e i cavalli sono lì, con tutti i loro 4 quintali di forza, energia e bellezza.
Sentiamo il nostro corpo? Accettiamo noi stessi? Dove inizia e dove finisce il nostro spazio?
“Quando abbiamo un senso dell’essere che scaturisce dal corpo, non avvertiamo così forte la necessità di affermare noi stessi accrescendo il nostro ego. Le radici sono la casa – familiare, sicura e protetta. Hanno un loro potere.” Anodea Judith “Chakra Ruote di vita”